Il 14 luglio 1806 i Baciocchi fecero il loro primo ingresso a Lucca.
né giubilo, né mestizia era nel popolo per queste solennità – scriveva Antonio Mazzarosa– che non sapeva cosa pensare del nuovo reggimento […]. Di tal maniera ebbe termine la lucchese libertà ma […] Lucca restò nazione. Finite le dimostrazioni di letizia, si pose mano al governare. [….] Quantunque i decreti fossero tutti in nome del Principe, era poi la principessa in sostanza che reggeva lo stato non egli […]. Cosicché- continua il Mazzarosa – di lei parleremo e non di lui in tutte le novità praticate a Lucca sotto quel regno francese […]. Molte cose, anzi moltissime, si affacciarono alla mente di quella donna piena d ’ingegno, di attività, e di buon volere
Tra queste spicca la riforma del sistema scolastico, in particolare per quella parte che riguardava bambine e ragazze, la cui educazione ed istruzione al tempo, era prevalentemente affidata, e non solo a Lucca, all’elemento religioso o privato. Non è un caso dunque che il riordino delle scuole di ogni ordine e grado sottopose, più di altre iniziative, il Principato a forti tensioni ponendosi direttamente in contrasto con l’egemonia esercitata da sempre dalla Chiesa in ambito educativo.
Laicizzazione dell’istruzione
L’ istruzione pubblica si amministra nelle scuole primarie, secondarie, nel Collegio e Liceo San Felice, nel seminario arcivescovile, nel grande ospedale degli ammalati, nell’Istituto Elisa e nei monasteri…
Dall’aprile al giugno 1806 la principessa procedette allo smantellamento progressivo della rete conventuale, al ridimensionamento della libertà del potere ecclesiastico ed a una forte riduzione del suo patrimonio immobiliare e mobiliare a tutto vantaggio dello Stato.
Inoltre, per ridurre la presenza di religiosi la principessa stabilì l’obbligo per gli ecclesiastici stranieri di abbandonare il principato e quello delle religiose dei conventi soppressi di tornare alle proprie famiglie.
Tale attegiamento offese profondamente il senso di libertà di culto e le tradizioni secolari della cittadina lucchese e la principessa divenne impopolare.
Inserimento obbligo scolastico
«Tutti i padri di famiglia sono obbligati di mandare i loro figli da cinque fino agli otto alle dette scuole primarie, ed in caso diverso non potranno godere mai di alcuna carica, né comunitativa, né della milizia nazionale, né alcuna patente, o licenza per esercitare alcuna arte professione o mestiero….»
Analogamente fu prescritto nei confronti di coloro che avevano la potestà su bambine comprese tra i cinque e gli otto anni abitanti nella città di Lucca, pena il pagamento di 50 franchi all’anno. E’ interessante far notare come l’obbligatorietà dell’istruzione in realtà fosse un concetto diffuso in Austria e non compreso in alcuna delle costituzioni emanate nel periodo rivoluzionario e napoleonico. I provvedimenti lucchesi quindi, seguiti da lì a poco dal governo murattiano a Napoli, rappresentarono un unicum al tempo.
L’istruzione primaria delle bambine
«…leggere e scrivere, la grammatica elementare, la lingua francese, italiana e latina, il disegno, la grammatica superiore, la retorica e la storia, la logica e la metafisica, la fisica generale e l’algebra, la matematica e la geometria, la medicina, la chirurgia e l’ostetricia, il diritto civile e criminale e la procedura e la teologia, nonché naturalmente i precetti del Catechismo in uso nell’ Impero francese….»
L’elenco delle materie indicate dal decreto n. 23 del 16 febbraio 1809 fornisce un quadro chiaro di che cosa Elisa intendesse per istruzione pubblica.
per quanto attiene le bambine, l’insegnamento fu affidato a docenti laiche, una ogni dieci allieve, scelte da alcune « dame» della città che avevano accettato l’invito di Elisa a svolgere un ruolo ispettivo in quei monasteri soppressi dove furono collocate le scuole pubbliche sotto l’attenta vigilanza morale delle religiose rimaste. E’ opportuno segnalare come l’aritmetica, la storia e la geografia, materie riservate tradizionalmente ad un pubblico maschile, entrassero a far parte del bagaglio culturale di base delle scolare, seppur con le dovute limitazioni.
Il divieto delle pene corporali
Altro indizio dell’impostazione illuminista data al sistema scolastico baciocchiano riguardò il metodo d’apprendimento. Tutti i decreti e i successivi regolamenti interni dei vari stabilimenti d’educazione fondati da Elisa escludevano tassativamente le punizioni corporali.
Istruzione nazionale
Il quadro normativo era completato dal divieto di istruire i propri figli in monasteri, collegi o conservatori stranieri, sotto pena di un’ammenda che andava dai 500 ai 1000 franchi.