Antonio Mazzarosa (direttore dell’Istruzione Pubblica dal 16 giugno 1825 fino al 22 dicembre 1844), acuto osservatore della società lucchese e del progressivo sfaldamento del ceto aristocratico a favore della classe borghese, propose nel 1831 di riunire l’Istituto Maria Luisa con il Real Conservatorio Luisa Carlotta, rispettando la direzione della trasformazione in atto a livello sociale. Le considerazioni avanzate a sostegno di un tale disegno furono non solo di tipo economico-finanziario ma anche di tipo politico. La situazione inoltre negli anni seguenti si aggravò ulteriormente a causa della concorrenza esercitata dall’Istituto della Santissima Annunziata di Firenze nei confronti dell’Istituto Maria Luisa. Il collegio fiorentino offriva un’educazione ottima e sofisticata in tutti i settori, a minor costo rispetto all’ Istituto Maria Luisa in un contesto «brillante», Firenze, in luogo della piccola cittadina lucchese «quieta e monotona». Ciò aveva causato l’erosione del numero delle educande ridottosi da 66 del 1823 a 25 del 1830. Antonio Mazzarosa, stante la situazione illustrata, suggeriva di intervenire con una strategia basata su due variabili: «l’interesse» e il riconoscimento di quell’ emergente «principio di egualità» tra ceti che si andava facendo strada anche a Lucca e al quale, Pietro Cenami, chiamato insieme a L. Di Grazia e Pierangelo Guinigi ad esaminare il piano di risanamento presentato dal Direttore dell’Istruzione, guardava con orrore. Antonio Mazzarosa poteva così sostenere che le educande dell’Istituto Maria Luisa e le loro famiglie:
niente perdono […] perché il trattamento più modesto, e le minori scuole viene compensato largamente dalla molto minore spesa che faranno per mantenervisi. L’allettativa di migliorar di condizione farà gradire […] ai genitori delle ragazze del Conservatorio l’aggregazione e questo servirà di stimolo ad altri di collocarvi le figlie loro. E ciò è già molto perché il Conservatorio Luisa Carlotta è fiorente adesso, e gode di gran reputazione tanto pel genere di educazione che vi si dà, adattato a tutti gli stati, quanto per la modesta spesa che costa
Al contrario, le osservazioni al riguardo riportate nella relazione sottoscritta da Cenami, Di Grazia e Guinigi non solo non lasciavano appello al progetto del Mazzarosa, ma cercavano di instillare nel duca il timore che se «se per avventura la progettata riunione» si fosse verificata ciò avrebbe potuto condurre «troppo agevolmente a diffondere in pratica quel principio di egualità che pur troppo ha prodotto ai nostri tempi le più lacrimevoli conseguenze» e si chiariva:
Si tratta di riunire due Stabilimenti destinati nella loro origine ad educar persone di condizione diversissima, per edificarne un terzo, in cui senza distinzione alcuna tutti debbono aver ugual diritto ad esservi accolte per ricevervi un educazione in tutto e per tutto pariforme. […] E poiché ciò, che nasce dalla prima educazione s’immedesima facilmente con noi, convertendosi quasi in natura, non mai o molto di rado si abbandona coll’andare degli anni, così da questa dimestichezza e familiarità contratta nei primi anni fra persone di condizione cotanto diversa, né sorgerà necessariamente, che la Dama non crederà poi di abbassarsi conguagliandosi al ceto inferiore, e la donna di questo ceto non soffrirà di far quello, che si da(sic) dalla Dama. Intanto tutto questo, che può portare con se [sic] delle gravi considerazioni nell’ordine politico, ne porta ancora di molto serie per ciò che concerne l’ordine interno delle famiglie […].
Ovviamente neppure Mazzarosa ignorava l’effetto destabilizzante che il suo progetto avrebbe potuto produrre specie nelle famiglie delle educande frequentanti l’Istituto Maria Luisa e delle loro famiglie, per lo più esponenti del ceto aristocratico e così suggeriva, non di sopprimerlo, ma di «conservarlo sotto altro piede, […], il far di due famiglie una sola» adottando il regolamento dell’una (il Reale Conservatorio Luisa Carlotta) e mantenendo il nome dell’altra (Istituto Maria Luisa). Il 2 luglio 1834 Carlo Lodovico accettava la proposta di Mazzarosa e senza preoccuparsi eccessivamente dell’impressione che la riunione dei due stabilimenti avrebbe provocato nell’ opinione pubblica, il 19 agosto emanava un decreto per la «soppressione» dell’Istituto Maria Luisa, incaricando la «Commissione per il soppresso Istituto Maria Luisa» di «regolarne gli effetti».